Il rigore monetario ha contribuito a sgonfiare prima che crescesse troppo l’inizio di una bolla legata alla ripartenza post pandemia. Il risultato possono essere valutazioni ragionevoli e crescita sostenibile
Inflazione è un termine decisamente inflazionato dalla seconda metà dell’anno scorso, quando la poderosa ripresa economica post pandemia ha impattato le strozzature e i colli di bottiglia ereditati dal Covid, facendo schizzare a livello globale i prezzi di materie prime, componenti, beni finali e servizi. Ma quando se ne parla nei titoli di giornali e tv è quasi sempre in riferimento a bollette e carrello della spesa, raramente in relazione ai prezzi degli asset, azioni, bond, immobili, che pure si erano gonfiati all’inverosimile, soprattutto i primi due, nei 18 mesi successivi all’irrompere della pandemia, per il mare di liquidità iniettato da governi e banche centrali per tenere a galla le economie, e poi altrettanto precipitevolmente sgonfiati, in questo 2022 quello delle obbligazioni, a cominciare dai titoli di Stato, più ancora delle azioni. Nel mondo dei tassi zero o negativi il denaro era obbligato ad andare sull’azionario per mancanza di alternative, ma una componente più speculativa finiva anche sui bond, anche se non rendevano nulla, per la certezza che le banche centrali li avrebbero comunque ricomprati a un prezzo più alto.
LE DIFFERENZE CON LE ULTIME BOLLE
L’inflazione dei prezzi degli asset non è una novità sui mercati finanziari, all’origine di ogni bolla ce n’è una. Per rimanere in tempi recenti, quella di Internet del 1999-2000, quella dei subprime nel 2007-2008, e alla fine quella post-pandemia che ha visto protagonisti soprattutto i titoli tech americani e quelli legati alla cosiddetta ‘stay-home economy’ del 2020-2021. Ma tra le prime due e la terza c’è una grande differenza. Quelle delle dot.com e dei subprime si sono gonfiate fino all’inevitabile esplosione, con le banche centrali costrette a correre in soccorso, soprattutto nel secondo caso, con il Quantitative Easing per evitare il collasso della finanza globale. La terza ha iniziato a sgonfiarsi prima di arrivare al punto di rottura, come effetto ‘collaterale’ dell’azione delle banche centrali, a cominciare dalla Fed, scese in campo per combattere con ogni mezzo un’inflazione ‘tradizionale’ che stava sfuggendo di mano, dopo che la guerra in Ucraina si era aggiunta agli effetti della ripartenza post pandemia…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.