Balzano i ricavi da trading sostenuti dalle ondate di nervosismo sui mercati che hanno punito chi si è fatto prendere dal panico. In corso una grande normalizzazione, anche per l’Eurozona
Siamo ormai al quinto anno in cui sui mercati, soprattutto azionari, va in scena regolarmente lo stesso copione: uno shock improvviso, vero o presunto, fa irruzione sui media e semina il panico tra gli investitori, ma in tempi relativamente brevi, di recente diventati brevissimi, i fondamentali prevalgono sulle emozioni, i prezzi toccano il fondo e poi rimbalzano anche violentemente. È successo con il Covid, poi con la stretta violenta anti-inflazione della Fed e delle altre banche centrali, quindi con il tormentone della recessione in arrivo e le guerre, in Ucraina e poi in Medio Oriente, e infine con i dazi e le politiche di Trump, che avrebbero dovuto destabilizzare l’economia USA insieme a quella globale, far esplodere il debito americano fino al rischio default e detronizzare il dollaro dal ruolo di moneta egemone. Sappiamo come è andata a finire almeno per ora, chi ha ceduto al panico si è fatto male, anche molto, e chi ha colto l’occasione per comprare Wall Street a sconto o rafforzare il posizionamento ha brindato.
RICAVI MILIARDARI DA TRADING PER I CINQUE BIG
Ma c’è chi ha stappato più champagne degli altri: le grandi banche di Wall Street, da JP Morgan, a Goldman Sachs, Citi, BofA, e Morgan Stanley. Il perché si chiama trading, come ha spiegato di recente, tra gli altri, Telis Demos sul WSJ, snocciolando una serie di numeri che mostrano che dal 2020, nei bilanci dei cinque big, i ricavi sotto questa voce sono in ascesa e viaggiano stabilmente sopra i 100 miliardi di dollari l’anno, con un’accelerazione nel 2025 quando in un semestre hanno già toccato i 70 miliardi. La cosiddetta Volcker Rule, entrata in vigore nel 2015 per eliminare uno dei rischi all’origine della crisi finanziaria globale, limita molto la possibilità delle banche di fare trading proprietario, vale a dire utilizzando i soldi dei depositanti. Ma lo possono fare con quelli della vastissima clientela globale, che spazia dall’Europa all’Asia, e presto sarà consentito anche il trading diretto sul mercato dei Treasury, per garantire stabilità in vista delle ingenti emissioni di debito federale in arrivo…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.