Dal 1995 l’indice S&P ha cambiato 700 componenti su 500, Uber tra gli ultimi nuovi ingressi, una capacità di ricambio senza riscontri in Europa ha portato alla leadership dei Magnifici 7 che hanno guidato i recenti rally
Lo S&P 500 rappresenta circa un decimo dei titoli quotati sul New York Stock Exchange sui vari indici, dal Dow Jones al Russell 2000 al Nasdaq. Anche se ancora sotto i massimi recenti, viaggia comunque a circa tre volte il picco della bolla di Internet del 2000, che ad esempio il Dax di Francoforte ha appena ‘doppiato’, ma solo perché prezza anche il reinvestimento dei dividendi, mentre Londra e Parigi sono ancora a quei livelli, per non parlare di Milano che è sotto di 20.000 punti. Il fatto è che le altre grandi piazze fotografano ancora un’economia dell’era pre-digitale con i vecchi campioni dell’industria, dell’energia, delle materie prime e del lusso. Wall Street invece ha cambiato completamente pelle, nello S&P dal 1995 a oggi sono cambiati ben 700 componenti, e i leader di oggi, quasi tutti i Magnifici 7 che hanno guidato gli ultimi rally all’inizio del millennio semplicemente non c’erano.
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UN RICAMBIO CONTINUO E RADICALE
Diversi big sono sopravvissuti al rimescolamento, come Walmart, Coca Cola, Disney, fino ad Apple, che c’è dal 1982, ma il ricambio è stato e continua a essere radicale. Il 18 dicembre entrano Uber, Jabil e Builders FirstSource, al posto di Sealed Air, Alaska Air e SolarEdge, le ultime due entrate solo nel 2016 e 2021. Le valutazioni delle tre new entry stanno già beneficiando dell’annuncio, perché andranno inserite nei sottostanti di ETF e fondi che tracciano l’indice, una massa di 7.000 miliardi di dollari che si aggiungono ai 38.000 miliardi di capitalizzazione dello S&P 500. In media, secondo le statistiche di Jefferies, i titoli che entrano nell’indice guadagnano il 6,3% all’annuncio e un altro 11,2% fino all’ingresso effettivo…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.