Dopo l’abbuffata dello stay home, i trend che sostengono i Big Tech, a cominciare dall’e-commerce, restano intatti, e semmai c’è un problema di ingenti investimenti da fare per star dietro alla domanda crescente
Un anno fa di questi tempi i mercati contavano le settimane che mancavano al 3 novembre, la stay home economy dominava la scena, la guerra dei dazi tra Trump e la Cina diventava da commerciale a tecnologica, i Treasury americani sulla scadenza a 10-anni rendevano lo 0,5% e il capo della Fed Jay Powell stava studiando la decisione di lasciar correre l’inflazione anche ben oltre il target del 2% che avrebbe annunciato a fine mese al simposio di Jackson Hole in Wyoming. L’indice S&P 500 viaggiava sotto i 3.300 punti appesantito dai titoli ciclici rimasti indietro, il cui recupero lo ha portato poi oltre mille punti sopra alla quota attuale a ridosso di 4.400, mentre il Nasdaq, nonostante la spinta della pandemia lo avesse quasi fatto raddoppiare in 5 mesi, navigava ancora sotto 11.000, contro i 14.673 punti con cui si affaccia ora su agosto 2021. Proprio di questi giorni, ma 12 mesi fa, Amazon riportava in trimestrale un balzo del 41% dei ricavi, con cui si compara il ‘modesto’ +27% riportato la settimana scorsa che è costato al titolo di Seattle un tonfo del 7% che si è tirato dietro tutto l’e-commerce americano, da eBay a Etsy a Wayfair.
IL VALORE DEI SERVIZI DIGITALI
Si può notare che Amazon conserva un rialzo di quasi il 3% da inizio anno e resta ben sopra i minimi sotto i 3.000 dollari toccati lo scorso autunno e a marzo sull’onda della ‘rotazione’ dai tecnologici ai ciclici, e che tutti i dati indicano che a livello globale l’e-commerce è un trend secolare ancora ai primi passi. Inoltre, come gli altri big tech USA, da Google a Microsoft, da Apple a Facebook, i soldi in termini di profit Amazon li fa non tanto con le consegne ‘fisiche’ ma soprattutto con i servizi digitali che vende alle imprese anche micro che si servono della sua piattaforma a cominciare dal cloud. Secondo alcune analisi, Amazon non ha un problema di crescita che rallenta, ammesso che passare da +41% a +27% sia una frenata, ma di star dietro a una crescita che rimane impetuosa, sia in America che soprattutto nel resto del mondo…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.