La stagione degli utili del secondo trimestre svelerà se il mercato cinese può tornare a rappresentare un motore di crescita e di profittabilità e se il consumatore americano possa essere ormai considerato “maturo”
Un settore ciclico, influenzato da vari fattori quali il senso di benessere e di ricchezza, ma anche dal turismo, con un ritmo di crescita circa il doppio rispetto al prodotto interno lordo mondiale. Stiamo parlando del settore del lusso il cui giro d’affari è attualmente ripartito per il 30% nel Vecchio Continente, per circa il 30% negli Stati Uniti e un altro 30% in Asia, con la Cina e il Giappone che rappresentano i mercati principali di questa regione: il restante 10% delle vendite proviene dal resto del mondo.
UNA FASE DI NORMALIZZAZIONE PER GLI STATI UNITI
In ciascuno di questi mercati esiste una componente locale ed una legata al turismo. In Europa, per esempio Italia e Francia sono tra i paesi più esposti ai flussi turistici. Negli Stati Uniti il vero boom del mercato del lusso è avvenuto subito dopo la pandemia di Covid-19. Le ingenti disponibilità finanziarie, grazie ai sussidi erogati dall’amministrazione americana, hanno alimentato le spese per beni di lusso, in particolare da parte dei consumatori più giovani. “Dopo anni di crescita eccezionale, negli Stati Uniti stiamo assistendo a una fase di normalizzazione iniziata lo scorso anno. Questa tendenza si rifletterà anche nel settore del turismo in Europa per effetto di un dollaro meno forte e di un contesto geopolitico incerto” commenta Chiara Robba, head of LDI Equity di Generali Asset Management…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.