Con l’Antitrust che mette nel mirino gli influencer finanziari, i gruppi bancari e finanziari che si affidano al sottobosco dell’influencer marketing in versione finanziaria dovrebbero cominciare a valutare i rischi d’immagine che corrono
Tutto di fatto è partito con il “pandorogate”, col caso Ferragni, che ha cominciato a far alzare il velo sul cosiddetto “influencer marketing”, un’industria – o meglio una presunta industria – dove, è proprio il caso di dire, non è tutto oro quello che luccica. Già perché oltre le sfavillanti luci ci sono molte ombre. Dal “pandorogate” in avanti tutto il settore dei cosiddetti, e soprattutto sedicenti, influencer è stato attenzionato maggiormente. Finalmente si è iniziato a cercare di far luce. Un fatto importante per la tutela dei consumatori finali. E, attenzione, perché c’è tutto un sottobosco di influencer finanziari e siti di influencer marketing e comunicazione in versione finanziaria (a volte con target i giovanissimi, dunque minorenni), ancora da passare al setaccio e a cui forse alcuni gruppi bancari, peccando di leggerezza, si sono legati.
INFLUENCER NEL MIRINO DELL’ANTITRUST
L’ultima news in questi giorni è quella dell’Antitrust che ha avviato istruttorie nei confronti di influencer che promuoverebbero strategie per ottenere presunti facili e grandi guadagni, non chiarendo peraltro che si tratta di pura pubblicità. Promesse di guadagni facili e veloci per ingenui piccoli risparmiatori e investitori fatte tramite social e siti internet. Con immaginifici modelli vincenti che garantirebbero somme ingenti. Insomma, influencer che parlano di investimenti, influencer finanziari, che ricordano ahimè il Gatto e la Volpe col povero Pinocchio…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.