Da mercati e investitori arrivano segni contraddittori, mentre la fiducia nella Fed è incrinata dalle molte inversioni di rotta di Powell degli ultimi 4 anni. Forse il bottom si sta formando, ma deve consolidarsi
Wall Street ha chiuso la miglior settimana da novembre 2020 con un rialzo di oltre il 6%, ma dopo averne infilate sette di seguito in rosso. Qualcuno sta cominciando a chiamare il cessato allarme, vale a dire che il fondo è stato toccato intorno ai 3.900 punti dello S&P 500, con un intraday poco sopra 3.800 il 20 maggio, a un soffio dai minimi di febbraio-marzo 2021 quando imperversavano i timori per Omicron. Sullo strappo finale al rialzo di venerdì 27 possono aver giocato anche ricoperture di chi si era messo al ribasso, visto il weekend di 3 giorni in arrivo allungato dal Memorial Day. Chi chiama il bottom cita elementi validi, come il ritorno agli acquisti da parte degli insider della Corporate America segnalati proprio su Financialounge.com, oppure gli indicatori contrarian, dall’indice Fear & Greed di CNN Money ai sondaggi dell’American Association of Individual Investors, che segnalano un posizionamento da Orso ben sopra le medie storiche, indicando che probabilmente chi doveva vendere lo ha già fatto.
CONTRADDIZIONI POCO SPIEGABILI
Ma ci sono anche molte contraddizioni difficili da spiegare. Il WSJ riporta che molti businessmen convenuti a Davos nei giorni scorsi per il World Economic Forum sono decisamente pessimisti sulle prospettive dell’economia, ma quando gli si chiede come vanno le cose nell’azienda di cui sono CEO rispondono ‘alla grande!’. La stessa contraddizione emerge mettendo a confronto le attese a 12 mesi degli utili delle ultime trimestrali dei titoli dello S&P 500, che puntano a un rialzo tra il 5-10%, e i multipli degli stessi utili attesi espressi dai prezzi di Borsa, noti come P/E, praticamente in caduta libera, come mostra il grafico qui sotto…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.