Nicolas Forest, Global Head of Fixed Income di Candriam, analizza la situazione attuale e fa un confronto con l’operato della Banca Centrale Europea di 11 anni fa con l’ultimo rialzo dei tassi
Era il luglio del 2011 quando Jean-Claude Trichet alzava il tasso di riferimento al 1,50% per combattere l’inflazione che stava avvicinandosi alla soglia pericolosa del 2,50%. Oggi Christine Lagarde si trova di fronte uno scenario simile ed è costretta a fronteggiare l’inflazione dovendo al contempo preservare la stabilità finanziaria. Pur avendo rivisto al rialzo le stime sull’inflazione la BCE è in ritardo. Sta preparando i mercati a un primo rialzo dei tassi a luglio che dovrebbe essere seguito da almeno altri due entro la fine dell’anno. Il tasso di deposito dovrebbe passare da -0,50% a +0,25% uscendo dal territorio negativo.
CURVA PIU’ PIATTA
Cosa accadrà nei prossimi mesi? E quali saranno le conseguenze per gli investitori? Nicolas Forest, Global Head Of Fixed Income di Candriam sostiene che le prospettive di inflazione si manterranno elevate anche nei prossimi mesi e ciò potrebbe spingere la BCE a rivedere a rialzo le aspettative di inflazione di giugno. Potrebbe esserci una reazione più rapida e più forte della BCE sul fronte del rialzo dei tassi nel 2022. Dunque i rendimenti a breve termine dovrebbero restare sotto pressione, mentre il movimento al rialzo sulla parte a 10 anni potrebbe essere più limitato, considerati gli effetti negativi che la politica della BCE avrà sulla crescita. Nei prossimi mesi pertanto si accentuerà l’appiattimento della curva…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.