Morgan Stanley IM, in un’analisi dell’Emerging Markets Equity Team, sottolinea la forza delle commodity, la banca centrale credibile e la moneta competitiva. Lula favorito, ma i mercati non temono una svolta radicale
Le fortune del Brasile sono state legate per decenni alle commodity, con una correlazione positiva con la crescita del PIL. L’arrivo alla presidenza del populista di destra Jair Bolsonaro nel 2019 e l’esplosione del Covid-19 l’anno dopo hanno impedito al grande paese di beneficiare pienamente del rialzo dei prezzi delle materie prime con l’azionario e la moneta incapaci di tornare ai livelli pre pandemia, a causa anche della ricaduta non positiva delle riforme di Bolsonaro. Ora un possibile cambio della guardia con il ritorno dell’ex presidente Lula da Silva potrebbe consentire al Brasile di tornare a beneficiare pienamente del boom delle commodity.
USCITA DALLA CAOTICA GESTIONE BOLSONARO
Morgan Stanley Investment Management, in un’analisi di Eric Carlson, Head of Sustainability, Jitania Kandhari Head of Macro and Thematic Research, e Eduardo Wisbrun, Vice President/Analyst, tutti dell’Emerging Markets Equity Team, sottolineano che in ogni caso un fattore chiave è il recupero dell’ancoraggio dei conti pubblici. I tre esperti sono stati in Brasile per raccogliere indicazioni di prima mano sull’impatto delle presidenziali che vedono Lula, in testa nei sondaggi, in competizione con l’uscente Bolsonaro. Secondo i tre esperti di Morgan Stanley IM il voto potrebbe segnare più l’uscita dalla caotica gestione di Bolsonaro che una svolta a sinistra, come quelle recentemente sperimentate in Cile e Colombia…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.