Se la Fed decidesse di attuare politiche monetarie e fiscali meno restrittive, a fronte di un quadro economico particolarmente preoccupante, le imprese avrebbero ancora più potere nel determinare il prezzo di vendita dei loro prodotti
Durante l’ultima crisi energetica, le imprese del settore hanno stabilito nuovi prezzi come moltiplicatori dei costi sostenuti. Una dinamica pericolosa che potrebbe ripresentarsi in questo nuovo contesto, amplificando l’effetto dazi e innescando una crescita dell’inflazione di gran lunga superiore alle aspettative. È l’allarme lanciato dagli esperti di L&G che segnalano come di fatto, negli Stati Uniti, sia già in atto questo meccanismo, osservando la differenza dei prezzi di determinati beni di consumo, tra quelli venduti da brand famosi e quelli con il marchio del supermercato.
IL VALORE DEL MARKUP PER L&G
“Per rispondere ai dazi, i grandi marchi hanno aumentato i prezzi dei loro prodotti in modo tale da mantenere non il valore monetario del markup applicato, ma il valore percentuale. Mantenere invariata la percentuale (e non il valore assoluto) del markup permette alle imprese di scongiurare i rischi di accumulare scorte di materie prime più costose che se dovessero deperire prima di essere vendute determinerebbero maggiori perdite di bilancio” spiegano i manager di L&G…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.