Ben Bennett, Head of Investment Strategy and Research di LGIM, fa il punto sul rallentamento cinese e su cosa dovremmo aspettarci nel breve e lungo periodo. Somiglianze col Giappone post bolla degli anni 90
La Cina stia affrontando una transizione non facile dopo un lungo periodo di sovrainvestimenti, in particolare in immobili, ed è probabile che la crescita si attesterà alla metà di quella dei 15 anni prima del Covid-19. Le somiglianze con il Giappone, che dopo lo scoppio della bolla negli anni Novanta passò da una crescita al 5% al 2,5%, sono innegabili, ma anche se questo passaggio sarà probabilmente doloroso, è comunque una transizione che il paese può gestire, visto che le autorità resteranno vigili e pronte ad agire se la situazione dovesse peggiorare. La Cina potrebbe essere il Giappone del passato, ma è ancora prematuro mentre sono fuori luogo i paragoni con la crisi finanziaria USA nel 2008, che è ciò che gli investitori temono realmente.
IL GOVERNO INTERVERRÀ SOLO IN ASSOLUTA EMERGENZA
Sono le conclusioni dell’analisi di Ben Bennett, Head of Investment Strategy and Research di LGIM, che parte dalla crisi immobiliare, con le abitazioni acquistate e in via di completamento ancora numerose, ma a fronte di un crollo a livello di vendite e di nuove costruzioni. Nonostante un piccolo taglio dei tassi, le intenzioni del governo sembrano orientate verso una posizione da falco, che interverrà solo in casi di assoluta emergenza. Questo ha portato numerosi investitori a temere che in Cina si possa innescare e diffondere una crisi finanziaria come quella vista in USA nel 2008, ma LGIM ritiene che la situazione sia ancora gestibile, soprattutto perché le autorità hanno ampio margine di manovra nell’indirizzare i capitali dove necessario…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.