AllianceBernstein, in un commento di Sammy Suzuki, CFA| Head—Emerging Markets Equities; Co-Chief Investment Officer—Strategic Core Equities, sottolinea che gli indici azionari non ne colgono l’importanza
Dopo anni di delusioni, molti investitori sono sottoesposti alle azioni dei mercati emergenti. Ma ora, a fronte di molteplici catalizzatori del cambiamento e delle valutazioni interessanti, è giunto il momento di riconsiderare l’esposizione ai paesi in via di sviluppo. I mercati emergenti giocano sulla scena mondiale un ruolo molto più grande di quanto si possa pensare alla luce della loro bassa ponderazione negli indici benchmark e gli investitori dovrebbero esaminare più attentamente le dinamiche delle economie in via di sviluppo, che creano opportunità interessanti.
LA LUCE ALLA FINE DI UN LUNGO TUNNEL
Sono le indicazioni di AllianceBernstein in un commento di Sammy Suzuki, CFA| Head—Emerging Markets Equities; Co-Chief Investment Officer—Strategic Core Equities, secondo cui gli investitori in azioni dei mercati emergenti sperano di trovare la luce alla fine di un lungo tunnel. Dopo il boom del 2001-2010, dal 2011 al 2022 l’indice MSCI Emerging Markets Index ha registrato un rendimento annualizzato di appena lo 0,9% in dollari. Ma le performance passate mettono in ombra il potenziale futuro spesso sottovalutato nelle allocazioni globali. I Paesi emergenti ospitano il 52% della popolazione mondiale, o l’88% se si aggiungono i mercati di frontiera e altri paesi non inclusi nell’MSCI, e coprono il 77% della superficie terrestre rappresentando il 46% del PIL globale. Ma solo l’11% delle società appartenenti all’indice MSCI ACWI ha sede in un Paese Emergente…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.