AllianceBernstein vede in atto una grande transizione dal dominio delle materie prime a quello di tecnologie e innovazione con la possibilità di ritorni elevati da cogliere con selezione, diversificazione e flessibilità
Dopo la trasformazione dell’ultimo decennio, i mercati emergenti rimarranno dinamici anche nei prossimi dieci anni, e per gli investitori che mirano a cogliere opportunità in diverse asset class, è una storia che rimarrà sempre valida. Nel 2010 il 68% delle società di Global 500 di Fortune aveva sede nei paesi del G7 contro il 17% domiciliato nei paesi emergenti e alla fine del 2020, la percentuale era quasi raddoppiata al 34%, con ben 124 domiciliate in Cina e gli Stati Uniti al secondo posto. Due trend soprattutto sembrano aver avuto un impatto positivo: la relazione tra crescita economica e valutazioni e il passaggio dalla centralità delle materie prime alla centralità della tecnologia.
RITORNI AZIONARI NON BRILLANTI IN PASSATO
Morgan Harting è Portfolio Manager—Multi-Asset Solutions presso AllianceBernstein, fa il punto sulle prospettive di investimento nell’universo emergente evidenziando anche due tendenze che nel prossimo decennio potrebbero guidare il trend. Nel decennio trascorso i rendimenti azionari degli emergenti non sono stati particolarmente brillanti, secondo Harting per una questione di crescita degli utili e di valutazioni. Hanno in particolare i leader tecnologici globali innovativi come Tencent e Samsung, i cui per azione sono passati da 1,05 a 14,82 e da 1.660 a 5.778 rispettivamente in 10 anni…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.