Il Presidente guarda a medio-lungo termine ed è disposto ad accettare qualche sofferenza a breve con riflessi anche su Wall Street per garantire crescita solida senza inflazione. E la Fed lo accompagna
Ci sono titoli dei media secondo cui Trump sta mandando Wall Street “a picco” con le sue giravolte sui dazi e le politiche draconiane di tagli all’apparato governativo, condite dalla stretta all’immigrazione, che porteranno inflazione, meno crescita e forse addirittura recessione. È vero che dopo il Nasdaq anche l’S&P 500 è entrato di pochissimo in territorio correzione, vale a dire sotto di oltre il 10% rispetto ai massimi (record) recenti, che la fiducia dei consumatori USA si è incrinata, e che dal mercato del lavoro arrivano segni di debolezza, mentre in Europa i listini tengono grazie alla spesa massiccia in difesa in arrivo insieme alla spinta all’indebitamento pubblico in Germania. Ma basta perché gli investitori corrano a (s)vendere America invece di approfittare di prezzi azionari un po’ più accettabili? Anche perché lo storno è praticamente tutto da attribuire ai Magnifici 7, mentre il grosso del mercato ha tenuto.
TRUMP HA OBIETTIVI AMBIZIOSI PER IL SECONDO MANDATO
Una correzione non prepara per forza un mercato Orso, lo ha fatto solo una volta su quattro dal dopoguerra, e una sola, quella da Covid, che è stata rapida come l’attuale. Trump non sembra preoccupato, né da Wall Street né dalla parola recessione che ricorre sui media. Nel primo mandato era concentrato sulle prospettive di breve-medio termine e sulla rielezione, che non è arrivata per la gestione inadeguata della pandemia. Oggi invece, visto che non può essere eletto la terza volta, punta a lasciare il segno e entrare nella Storia, a cui consegnare un’America alleggerita dal peso del debito e dall’onere di rifinanziarlo a costi sempre più alti, protagonista globale degli scambi commerciali e dell’innovazione tecnologica, con un effetto benessere duraturo e non dipendente dallo stimolo fiscale. Una visione illustrata dal segretario al Tesoro Scott Bessent con l’invito agli investitori di passare dalla nozione di “Trump put” vale a dire protezione dai ribassi, a quella di “Trump call”, una scommessa sui rialzi futuri…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.