Joseph V. Amato, President e Chief Investment Officer – Equities di Neuberger Berman, ricorda che da 11 mesi l’S&P non subisce una correzione e segnala il difficile passaggio al Congresso del pacchetto di stimoli
L’ultima correzione del 5% dei mercati azionari risale a 11 mesi fa, ma la lunga serie positiva non sembra impensierire la maggioranza degli investitori, ai quali la pausa di agosto sembra aver portato una ventata di buonumore, peraltro comprensibile. I rendimenti obbligazionari rimangono bassi mentre l’azionario viaggia vicino ai massimi storici, la volatilità è ridotta e i contagi da coronavirus sembrano essersi stabilizzati. Dopo il “picco della crescita” toccato a inizio estate, l’economia ha leggermente rallentato, ma rimane saldamente in territorio espansivo, e un lieve rallentamento potrebbe essere considerato accettabile, se riuscisse ad eliminare anche solo in parte le minacce d’inflazione che pesano sulle banche centrali.
LA FED GUARDA SOLO AL LAVORO
Ciò nonostante, Joseph V. Amato, President and Chief Investment Officer – Equities di Neuberger Berman, nelle sue Prospettive settimanali del CIO dal titolo “Sorpresa d’ottobre?”, vede alcuni motivi per cui la volatilità ha buone probabilità di aumentare nei mesi e nelle settimane a venire, per un motivo che non ha nulla a che vedere con le serie storiche del mercato azionario. La Fed fa chiaramente intendere che al momento l’occupazione pesa molto di più dell’inflazione, il che induce Amato a chiedersi se la Banca Centrale americana non sia passata dal doppio mandato occupazione-inflazione a un singolo mandato…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.