Trump evita di andare alla guerra commerciale con l’Europa con un accordo alla giapponese, ora occhi puntati sulla Fed per vedere se conferma la pausa. Restano solo i nodi delle guerre
Mercati e investitori si preparano ad attraversare agosto sull’onda dell’accordo alla giapponese raggiunto in Scozia da Ursula von der Leyen e Donald Trump, tra una buca e l’altra nei campi da golf, che toglie dal tavolo il rischio di una guerra commerciale tra le due sponde dell’Atlantico. Ora resta solo la Cina, tra i grandi Paesi, da aggiungere alla serie di “deal” infilata dall’inquilino della Casa Bianca. Ma il clima sembra promettente con la UE non più utilizzabile da Pechino come sponda alternativa agli USA per gli scambi commerciali globali. Ci ha preso la Reuters, che per descrivere la situazione che teneva appesi mercati e investitori aveva fatto ricorso a un’iconica strofa dei Rolling Stones del 1969 tratta dall’album Let it bleed, che in italiano più o meno suona: non sempre puoi avere ciò che vuoi, ma se ci provi, magari ottieni ciò che ti serve … Proprio quello che sembra aver ottenuto in Scozia la presidente della Commissione di Bruxelles.
OTTIMISMO ANTICIPATO DA WALL STREET
L’ottimismo era stato anticipato da Wall Street e dal segretario USA al Tesoro Scott Bessent, che aveva sottolineato come la qualità di un accordo fosse più importante della tempistica. Ora si guarda alla Fed, che mercoledì annuncerà le decisioni sui tassi del FOMC. Il mercato si aspetta che Powell resti in pausa, oltretutto non è previsto l’aggiornamento delle previsioni macro, nonostante le pressioni della Casa Bianca perché tagli al più presto e l’indicazione nello stesso senso di due membri del board della banca centrale, Chris Waller, tra l’altro candidato alla successione, e Michelle Bowman. I rendimenti dei Treasury, quelli che contano veramente sia per il costo del deficit federale in termini di interesse che in quanto benchmark globale del costo del denaro, continuano a viaggiare in area 4,4% sulla scadenza a 10 anni, sotto i massimi toccati più volte nel 2025. Un taglio della Fed non vuol dire per forza spingerli al ribasso, anzi potrebbe avere l’effetto opposto se fosse percepito come un abbassamento della guardia sull’inflazione…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.