Sicuri che il mondo vada davvero verso una epocale recessione e sicuri che il dato mensile dell’inflazione dica tutto? I mercati finanziari potrebbero aver già scontato molto rispetto ai problemi in circolazione e questo potrebbe rappresentare opportunità per investimenti di lungo periodo
Premessa: nessuno ha la sfera di cristallo sui mercati. Nemmeno noi. Ma, mettendo insieme un po’ di cose, ci chiediamo: e se tutto questo catastrofismo in circolazione fosse ormai eccessivo, più “mediatico” che reale? In fondo, guardando i numeri, persino la recessione prospettata dall’FMI per il 2023 è limitata nelle percentuali. C’è il segno meno, ma poi non numeri da débacle nelle view per il prossimo anno, tipo quelli che abbiamo visto in certi momenti in piena emergenza Covid. La parola recessione fa comprensibilmente paura, ma va pesata nei numeri.
RAGIONARE BENE SUL DATO DELL’INFLAZIONE
Certo, c’è l’inflazione. Ma anche in questo caso si strombazza continuamente il dato del mese. Perché è impressionante, fa notizia. Ma proviamo a guardare più la percentuale di variazione di mese in mese, dopo la fiammata registrata negli scorsi mesi. Perché questo esercizio ci fa capire la vera tendenza per il prossimo anno. Guardando così, le cose cambiano, soprattutto stanno cambiando. Aggiungiamo che questa inflazione è particolare, legata anche alle catene produttive in difficoltà dopo il Covid, insomma legata anche all’offerta, alla mancanza di prodotti, in diversi casi per il problema dei chip. E le banche centrali, che molti dipingono in grande difficoltà, restano decise a fare tutto il possibile per abbattere l’inflazione. Accettando anche costi indotti da una politica aggressiva di rialzo dei tassi. E i dati sul lavoro, sull’occupazione, non sono critici. E questo ha sua importanza per tenuta del sistema…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.