Nel mercato libero dell’energia elettrica, le famiglie italiane potrebbero affrontare costi aggiuntivi fino a 1.700 euro all’anno, secondo un’analisi del Centro di formazione e ricerca sui consumi (CRC).
Cosa è successo
Il 24 marzo il CRC ha esaminato le offerte dei sette fornitori che hanno vinto le aste dell’Acquirente unico per il Servizio a tutele graduali. L’analisi ha rivelato che le tariffe nel mercato libero sono notevolmente più alte.
Con la prossima chiusura del mercato tutelato per l’energia elettrica, i consumatori domestici non vulnerabili dovranno fare una scelta il 1° luglio: passare al mercato libero o entrare in un sistema transitorio di tutele graduali per 36 mesi.
Secondo l’analisi del CRC, gli utenti che attivano un servizio di fornitura sul mercato libero potrebbero finire a pagare “fino a 1.776 euro annui in più” rispetto alla bolletta media del Servizio a tutele graduali, che scatterà dal 1° luglio.
Il CRC ha confrontato le offerte dei 7 fornitori che rappresentano il 70,49% del mercato e che dal 1° luglio forniranno elettricità a tutti i clienti della maggior tutela non vulnerabili (circa 5 milioni).
Furio Truzzi, presidente del Comitato scientifico del CRC e presidente onorario di Assoutenti, ha evidenziato il paradosso di questa situazione, con i clienti del mercato libero che finiranno per pagare tariffe più elevate rispetto alle tutele graduali, pur scegliendo lo stesso fornitore.
Perché è importante
Questa situazione mette in luce l’importanza di una scelta informata per i consumatori. Con la fine del mercato tutelato, è fondamentale che i consumatori comprendano le implicazioni del passaggio al mercato libero.
Sebbene il mercato libero può offrire più opzioni, l’analisi del CRC suggerisce che potrebbe anche portare a costi significativamente più elevati. Questo sottolinea l’importanza di un’attenta valutazione delle offerte e di una comprensione chiara dei potenziali costi prima di fare una scelta.