La Commissione invierà una dichiarazione di obiezione a Microsoft. Lo scorso gennaio Microsoft aveva annunciato l’intenzione di acquisire il colosso di Call of Duty
Chissà se Phil Spencer, amministratore delegato di Microsoft Gaming e principale referente delle piattaforme videoludiche di Xbox e Windows, nell’immaginare l’acquisizione di Activision Blizzard King (ABK) ha valutato i venti contrari che si sarebbe trovato ad affrontare. E chissà, oggi, se potendo tornare indietro nel tempo procederebbe comunque all’accordo da 68,7 miliardi di dollari che un anno fa ha scosso le fondamenta del mondo del gaming.
I DUBBI DELLA CONCORRENZA
Lo scorso gennaio, infatti, Microsoft ha annunciato l’intenzione di acquisire il colosso di Call of Duty con l’obiettivo di chiudere l’accordo entro giugno 2023. E nonostante abbia ripetutamente dichiarato che qualora l’accordo dovesse essere concluso non diverrebbe il leader mondiale nel settore dei videogiochi, e sebbene abbia promesso che continuerà a fornire Call of Duty su piattaforme di gioco diverse da quelle di Microsoft, i concorrenti hanno sollevato più di un’obiezione. Se Sony, prevedibilmente, ha paventato una situazione di monopolio che lederebbe gli interessi dei videogiocatori e del settore stesso del gaming, ha destato maggior sorpresa il fatto che negli scorsi giorni anche Google e Nvidia abbiano espresso i loro dubbi alla Federal Trade Commission americana. A loro avviso, infatti, l’operazione darebbe a Microsoft un vantaggio eccessivo nell’ambito del cloud gaming, dei servizi legati alle sottoscrizioni e del mobile gaming (King è l’azienda dietro Candy Crush)…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.