Morgan Stanley IM, in un’analisi di Bruno Paulson e Laura Bottega, spiega come la “cura dimagrante” di beni e servizi aiuta a non dover alzare i prezzi, ma alla fine il pricing power resta fondamentale per gli investitori
Il termine “shrinkflation” indica la decisione di un’azienda di ridurre le dimensioni dei prodotti mantenendo inalterato il prezzo per far fronte alla pressione dell’inflazione sui costi: meno strappi nel rotolone, meno misurini per flacone, meno lavaggi per confezione. Ma il termine shrinkflation può riferirsi a una situazione in cui l’economia si contrae e i prezzi aumentano, nota come stagflazione. Con tassi e inflazione in aumento, anche i mercati stanno subendo una contrazione in netto contrasto con il costo della vita.
DALLE COSE ALLE PERSONE
Parte da qui l’analisi proposta da Morgan Stanley IM nel Global Equity Observer, firmato da Bruno Paulson, Managing Director, International Equity Team, e Laura Bottega, Managing Director, che si chiedono se un’inflazione trainata dalle “cose” si trasferirà alle “persone”, cioè in un aumento dei salari che negli Stati Uniti ha già subito un’accelerazione. Per le aziende il risultato è paradossale: se i salari aumentano, rischiano di comprimere i margini, ma se non aumentano, rischiano di compromettere i consumi e i fatturati…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.