Cosa insegna la storia a vent’anni dal grande rimescolamento da cui uscirono vincitori Intesa e Unicredit e sconfitti i “furbetti” e Fazio. Il crocevia di Mediobanca e le possibili strategie del Governo
Sono passati una ventina d’anni da quando andò in scena sul mercato del credito italiano il grande risiko, seguito alle privatizzazioni, che diede vita ai due colossi di oggi, Intesa e Unicredit, e cancellò dal tabellone di Borsa grandi nomi blasonati, dalla Comit a Capitalia, erede del Banco di Roma. Fu una stagione con vincitori e vinti, tra i primi Alessandro Profumo e Corrado Passera, e tra i secondi l’Unipol di Consorte, la Popolare di Fiorani, i “furbetti del quartierino”, il cui tentativo di costruire un potente terzo (o quarto) polo naufragò trascinando nel fallimento anche l’allora governatore di Bankitalia Antonio Fazio. Il tutto aprì la porta ai francesi di BNP Paribas, che si presero la BNL, e di Agricole, che si portò a casa Cariparma.
MPS/ANTONVENETA, INCHIESTE FINITE CON TUTTI ASSOLTI
Altro grande sconfitto l’MPS di Mussari, che per difendersi da una possibile fusione con BNL andò a comprarsi Antonveneta, che veniva anch’essa dalle incursioni estere nella penisola di ABN e Santander. MPS fece l’errore di pagarla a peso d’oro alla vigilia della crisi finanziaria globale. Ma pagare troppo a quei tempi era uno sbaglio diffuso non solo in Italia, e non un reato, però la banca di Siena e i suoi manager furono rasi al suolo da inchieste e processi durati anni e pagati ingiustamente anche con la galera, costringendo alla fine il Tesoro al salvataggio. La storia finì con un tutti assolti, ma la distruzione di ricchezza, di risparmio e di reputazione è rimasta e solo in parte compensata dalla privatizzazione che sta portando a termine Giorgetti…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.