Il mercato dei mutui a tasso variabile ha iniziato a registrare una diminuzione dei prezzi, portando sollievo a coloro che hanno sottoscritto tali mutui, secondo le ultime rilevazioni di mercato.
Cosa è successo
Si prevede che il calo dei prezzi si intensifichi nei prossimi mesi, in particolare quando la Banca Centrale Europea (BCE) deciderà di allentare la sua politica monetaria e inizierà a tagliare i tassi di interesse.
Le famiglie possono risparmiare ricorrendo alle surroghe, che stanno continuando a crescere, come indicato dalle ultime rilevazioni dell’osservatorio di MutuiOnline.it.
Un recente studio di Crif ha mostrato che oltre un quarto dei mutui attivi nel gennaio 2022 erano a tasso variabile. Le rate sono aumentate, in media, del 36%, raggiungendo un picco del 49% per i finanziamenti erogati negli ultimi cinque anni.
Nonostante l’aumento delle rate dei mutui pagate tra gennaio 2022 e dicembre 2023, l’indebitamento dei mutuatari è cresciuto del 25% rispetto al 2019. Questo ha portato a una crescita senza precedenti.
Simone Capecchi, direttore esecutivo di Crif, ha dichiarato che l’aumento dei tassi di interesse ha avuto un impatto significativo sui mutuatari a tasso variabile negli ultimi due anni. Tuttavia, nonostante questi impatti, i dati mostrano che non c’è stato un aumento significativo nel tasso di insolvenza.
Perché è importante
La prospettiva di una possibile riduzione dei tassi a giugno 2024 offre speranza per un sollievo ai mutuatari, riducendo la pressione e contribuendo a stabilizzare la situazione finanziaria.
Secondo l’ultimo bollettino mensile dell’Abi, i tassi hanno iniziato a scendere. L’Irs a dieci anni registrato nel febbraio 2024 è stato del 2,62%, con un calo di 90 punti rispetto al massimo di ottobre 2023.
Le conferme arrivano anche dall’osservatorio di Mutuionline.it. Il Tan medio del variabile è fissato al 5,04%, un decimale in meno rispetto a novembre. Anche il fisso è in discesa, toccando il 3,29%, dopo aver sfiorato il 4,05% a ottobre 2023.
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