Pechino sostiene apertamente i titoli azionari nazionali contro i rischi commerciali e potrebbe offrire ammortizzatori più interessanti ai pericoli di crescita legati ai dazi rispetto a molte altre regioni a livello globale
Negli ultimi anni gli investitori hanno preferito evitare i titoli cinesi. A scoraggiarli l’azione di regolamentazione del governo centrale che ha preso di mira alcuni dei settori chiave del Paese. Pur nel clima di estremo pessimismo sui titoli cinesi, si sono registrati brevi periodi di sovraperformance significative. Fasi in cui i rally delle quotazioni hanno originato forti afflussi di capitali guidati dagli investitori pronti ad inseguire la sovraperformance prima che si esaurisse.
AFFLUSSI E DEFLUSSI
L’ultima corsa all’acquisto di titoli della regione c’è stata dall’inizio dell’anno ai primi di aprile con quasi 26 miliardi di dollari affluiti nei fondi azionari ed ETF cinesi. “Dalla seconda settimana di aprile, quando Trump ha annunciato la pausa iniziale sulle famigerate tariffe reciproche, è invece iniziato il lento, ma constante, deflusso e nella regione hanno tornato a prevalere i disinvestimenti per 5 delle ultime 7 settimane, per un ammontare di oltre 14 miliardi di dollari. In pratica, la Cina ha offerto opportunità ai trader tattici ma ha rappresentato una sfida per gli investitori a lungo termine” fa sapere Garret Melson, Natixis IM Solutions...
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