Il reddito fisso, pur non registrando un forte rimbalzo nel 1° semestre 2023, ha offerto buoni rendimenti ma in prospettiva è probabile che il finanziamento della transizione energetica diventi presto un tema caldo
All’inizio di quest’anno, molti investitori (in particolare nell’Europa continentale) hanno deciso di approfittare dei tassi di rendimento obbligazionari che non si vedevano dai tempi della grande crisi finanziaria del 2008-2009. E lo hanno fatto investendo in fondi obbligazionari a scadenza fissa, prevalentemente quelli specializzati sui titoli Investment grade e, in parte, anche in high yield. “La maggior parte di essi, inoltre, ha optato per la gestione attiva per paura di investire in società a rischio di default in un momento di contrazione della liquidità e di alti livelli di debito pubblico e privato” fa sapere Julien Dauchez, Head of Portfolio Consulting & Advisory di Natixis Investment Managers.
TREASURY A DUE ANNI E GILT
Gli investitori nel segmento offshore statunitense e nel Regno Unito, hanno preferito i governativi a breve termine (Treasury a 2 anni e Gilt) sia per il loro rendimento interessante, e sia, soprattutto, per la loro mancanza di duration. Molto forte anche la domanda per il debito, sia governativo che societario, dei Paesi emergenti: l’appeal di questi asset sono riconducibili non soltanto al rendimento, ma anche alla prospettiva di una flessione del dollaro USA, all’upgrade dei rating dei paesi in via di sviluppo e anche da un’inflazione che sembra essere stata contenuta meglio in alcuni Paesi emergenti rispetto ai mercati sviluppati…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.