La ritirata americana, dopo 20 anni costosissimi, riapre i giochi su uno scacchiere importante, e le mosse dei grandi coinvolti, Russia e Cina, vanno seguite da vicino
La settimana post-ferragostana può essere una buona occasione per riprendere in mano un libro di una trentina d’anni fa, che racconta il confronto ottocentesco tra le potenze imperiali di Russia e Gran Bretagna nello scacchiere dell’Asia centrale. Molti sicuramente hanno letto o sentito parlare del Grande Gioco, dell’americano Peter Hopkirk, pubblicato nel 1992, tre anni dopo fine della catastrofica occupazione dell’Afghanistan da parte dei sovietici del 1979. Il termine fu coniato dal grande Kipling nel 1901 nella novella ‘Kim’, l’indo-irlandese Kim O’Hara, un povero tra i poveri nell’India allora colonia inglese, che trafficava pericolosamente con l’intelligence di Sua Maestà. Ora la storia sembra in parte ripetersi, con l’abbandono di Kabul da parte degli americani dopo 20 costosissimi anni, sia in termini di migliaia di miliardi di dollari spesi che di vite umane lasciate sul terreno. La posta del Grande Gioco tra russi e inglesi, che durò oltre 70 anni tra il 1830 e l’inizio del 900, era il controllo delle vie commerciali e in ultima analisi dell’India.
LA SVOLTA USA DOPO 16 ANNI DI INTERVENTISMO
Dopo 16 anni molto interventisti di Bush figlio e Obama, segnati dalle guerre post 11 settembre nel primo caso e dalle micce disseminate per tutto il Medio Oriente e il Mediterraneo con le Primavere Arabe nel secondo, da Trump e poi forse ancor più con Biden gli americani sembrano aver abbracciato una linea non interventista come negli anni 30 del secolo scorso, che furono costretti ad abbandonare dopo Pearl Harbour. Il confronto con la Cina è più economico-tecnologico che politico militare, mentre le aree di crisi che non mancano in giro per il mondo, dall’Iran a Siria e Turchia, dal Venezuela a Cuba, fino alla Corea del Nord, sembra vengano lasciate a cuocere ‘nel loro brodo’. Grazie all’autosufficienza energetica il petrolio non è un problema, come neanche i confini, sorvegliati dai due gendarmi oceanici, a parte il Messico, con cui però alla fine basta mettersi d’accordo perché metta un tappo al collo di bottiglia dell’America centrale…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.