Joseph V. Amato, President and Chief Investment Office, Equities, sottolinea i fattori che minano la sostenibilità del debito federale Usa e contribuiscono a radicare un’inflazione strutturalmente più elevata
Gli ultimi dati sull’inflazione Usa, con il petrolio nuovamente a 90 dollari e la benzina in aumento, hanno registrato il primo rialzo degli ultimi tre mesi, comunque in gran parte in linea con le attese. Ma è fondamentale esaminare anche gli sviluppi di altri importanti accadimenti e delle loro conseguenze sulla crescita economica e sull’inflazione, come il maxi sciopero del settore auto e il possibile shutdown, vale a dire il blocco delle amministrazioni USA, che potrebbe verificarsi già il 1° ottobre. Lo rileva Neuberger Berman nelle Prospettive settimanali del CIO dedicate agli squilibri politici che minano la sostenibilità del debito statunitense e contribuiscono a radicare un’inflazione strutturalmente più elevata, firmate da Joseph V. Amato, President and Chief Investment Officer—Equities.
PESA ANCHE IL MAXI-SCIOPERO DELL’AUTO
Il maxi-sciopero promosso dal sindacato United Auto Workers è emblematico dopo un anno di intensa attività sindacale che ha portato ad alcuni aumenti salariali significativi. Con i sindacati che chiedono migliori benefit oltre a salari più alti, i produttori di auto sembrano disposti a mettere sul piatto nuove offerte significative, a patto però di evitare rappresentino una minaccia più strutturale alla flessibilità ed alla competitività del settore nel lungo periodo. Amato osserva che mentre l’impatto immediato è rallentare la crescita, l’implicazione a lungo termine si rifletterebbe in un’inflazione più elevata, per una svolta strutturale nei tassi salariali, significativa componente nelle strutture dei costi per la maggior parte delle aziende…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.