Le infrastrutture sono positivamente influenzate da governi sempre più interventisti, favorevoli all’aumento della spesa pubblica, alla ricerca di sicurezza, resilienza e che sono favorevoli al protezionismo
La transizione verso l’energia pulita, il ritorno dell’inflazione, la frammentazione delle catene di approvvigionamento globali e la connettività di nuova generazione sono solo alcuni dei molti “megatrend” strutturali di cui si parla. La buona notizia, come sostiene Shannon L. Saccocia, CFA, Chief Investment Officer—Private Wealth di Neuberger Berman, è che le infrastrutture costituiscono un’opportunità di investimento che li accomuna.
SENZA INFRASTRUTTURE MEGATREND A FORTE RISCHIO
A prescindere dai grandi temi economici e di investimento della prossima generazione, e per quanto complesse possano essere le loro sfumature, senza infrastrutture (ponti, strade, tunnel, reti elettriche, ospedali, scuole, data center e porti) non potranno concretizzarsi. “Prendiamo, ad esempio, il tema di investimento della ‘maggiore de-globalizzazione’. Fino allo scorso anno il focus era su come le tensioni geopolitiche avessero messo sotto pressione le catene di approvvigionamento e su come le aziende stessero rivalutando i rischi di fornitura e produttivi alla luce della pandemia. Nell’outlook per il 2024 sostenevamo, invece, che i governi avrebbero spostato i loro sostegni dai consumatori verso una spesa fiscale diretta a sostenere la spesa per la sicurezza” argomenta Saccocia…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.