Nelle Prospettive del CIO gli esperti Brad Tank, Ugo Lancioni e Toyaj Singh, analizzano le forze macro contrastanti e i fattori tecnici di mercato che influenzano il rapporto dello yen con le principali valute
Nella stagione della fioritura dei ciliegi anche lo yen giapponese potrebbe essere all’uscita di un rigido e interminabile inverno. Dalla fine del 2011 si è deprezzato di quasi la metà precipitando di recente ai livelli più bassi da inizio anni ’90. Oggi il cambio rispetto alle valute dei principali partner commerciali del Giappone è il più basso da tre decenni. Due settimane fa, la Banca centrale ha avviato l’uscita dalle politiche ultra-espansive alzando il costo del denaro da -0,1% ad un range tra 0% e 0,1%. Con un’inflazione al 2,8% la decisione potrebbe rappresentare un decisivo cambio di rotta e gli investitori si chiedono se sia finalmente giunto il momento per lo yen di mostrare resilienza e rifiorire.
LA SVOLTA DELLA BANCA DEL GIAPPONE
Neuberger Berman affronta il tema nelle Prospettive settimanali del CIO dedicate appunto alla “fioritura dello Yen giapponese”, firmate da Brad Tank, Co-Chief Investment Officer e Global Head of Fixed Income, Ugo Lancioni, Senior Portfolio Manager, e Toyaj Singh, Portfolio Analyst e Trader, secondo cui la Banca del Giappone ha segnalato chiaramente che sta avviando un graduale processo di normalizzazione. Ma l’annuncio non ha rafforzato lo yen, ha piuttosto scatenato un’ulteriore ondata di vendite, facendolo deprezzare di un ulteriore 1,5% rispetto al dollaro mentre dal mercato dei futures emerge che le posizioni al ribasso sono ai massimi dal 2017…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.