Marco Giordano, Investment Director di Wellington Management, cita il ritardo nei tagli ai tassi, la riaccelerazione economica, la frenata cinese, il soft landing e Giappone come principali determinanti
Dopo i primi due mesi del 2024 non sembra che le banche centrali siano pronte a tagliare i tassi di interesse, almeno non così presto come ci si aspetta a fine 2023. A fine febbraio, i mercati hanno eliminato dalle previsioni tre dei tagli prima stimati e si aspettano che la Fed inizi a ridurli non prima di giugno. Le banche centrali vogliono una garanzia ragionevole che l’inflazione tenda al target del 2%. Finora gli indicatori economici si sono mantenuti solidi, e anche la Bce ha indicato i rischi di una riduzione per cui i mercati prevedono un inizio ritardato del ciclo anche nell’Eurozona.
RI-ACCELERAZIONE GLOBALE MA IN RALLENTAMENTO
È il primo dei cinque fattori determinanti che hanno mosso a febbraio l’obbligazionario indicati da un’analisi di Marco Giordano, Investment Director di Wellington Management, che al secondo posto segnala la ri-accelerazione dell’economia globale. I Mercati Emergenti continuano a crescere e quelli sviluppati hanno probabilmente superato i minimi del ciclo, con la resilienza dei consumi Usa. Ma il ritmo di crescita ha iniziato a rallentare, in linea con le aspettative di soft landing, o addirittura di “no landing”. Nell’Eurozona, nonostante la crescente divergenza della Germania, i dati sono sempre più positivi, con il Surprise Index di Citi tornato positivo per la prima volta dal secondo trimestre 2023…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.