Sui mercati permane una certa incertezza e alcuni segmenti obbligazionari possono offrire un riparo in caso di forte volatilità
Quando i mercati si distinguono per una certa volatilità, solitamente rientrano in gioco le obbligazioni. Le dinamiche di crescita e inflazione di questo primo semestre hanno contorni sempre più locali e i mercati obbligazionari non fanno eccezione, con una divergenza importante. Dopo aver ponderato la possibilità di “tassi più elevati, più a lungo”, gli investitori si chiedono se in questo 2025 le cose andranno in modo simile a quanto accaduto negli anni precedenti. E che cosa può offrire un’allocazione obbligazionaria nell’ambito di un portafoglio più ampio.
IL RITORNO DEI BOND VIGILANTES
Mario Giordano e Amar Reganti, due esperti di Wellington Management, hanno analizzato lo scenario attuale per cercare una risposta a questa domanda. Nei primi sei mesi del 2025 non sono mancati gli shock esogeni, soprattutto sul fronte del commercio con l’annuncio del Liberation Day di Trump, arrivato poi a una serie di tregue con i partner più importanti. “In questo contesto le obbligazioni a lunga scadenza (più che i mercati azionari) hanno avuto un effetto disciplinante, costringendo l’amministrazione a correggere il tiro”, sottolineano Giordano e Reganti. Come accaduto in passato, le obbligazioni hanno rivestito il ruolo di “bond vigilantes” per imporre una certa disciplina ai governi, ma permangono i rischi di reazioni di nazionalismo economico e rimpatrio dei capitali, con effetti favorevoli per gli asset finanziari non statunitensi…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.