La lista degli aspiranti Repubblicani è lunga ma l’ex presidente li tiene a distanza nei sondaggi mentre sul fronte Dem per ora non ci sono alternative. E’ un gioco della torre, se cade uno va cambiato anche l’altro
Lo psicodramma del tetto al debito federale, con il relativo spettro del default, è stato archiviato fino a gennaio 2025, dopo le elezioni di novembre 2024, quando alla Casa Bianca ci sarà un nuovo (?) inquilino, proprio per evitare, come espressamente indicato nell’accordo bipartisan tra Democratici e Repubblicani, interferenze con la campagna presidenziale. Mancano ancora otto mesi all’inizio delle primarie per la scelta dei candidati, ma i pretendenti stanno già scaldando i motori, almeno in campo repubblicano, molto affollato a differenza di quello democratico, almeno per ora. Trump ha già detto che ci riproverà, e il governatore della Florida Ron DeSantis ha raccolto la sfida. Nei prossimi giorni è atteso l’annuncio formale da parte dell’ex Vice Presidente Mike Pence e dell’ex Governatore del New Jersey Chris Christie.
MOLTI SFIDANTI PER TRUMP, NESSUNO PER BIDEN
Ma la lista del Grand Old Party è lunga e comprende anche il senatore della South Carolina Tim Scott, l’ex governatore dello stesso stato Nikki Haley, il giovanissimo (37) investitore in biotecnologie Vivek Ramaswamy, il più stagionato (72) ex governatore dell’Arkansas Asa Hutchinson, e Doug Burgum, arrivato al secondo mandato di governatore del North Dakota. Totalmente diverso il quadro in campo Dem, dove gli sfidanti dell’ottantenne Joe Biden finora usciti allo scoperto sono solo Marianne Williamson, autrice di bestseller già candidata alle primarie del 2020 e subito ritiratasi per mancanza di voti, e Robert Kennedy JR, che porta il nome del padre assassinato a Los Angeles nel 1968, noto per le posizioni no-vax che gli sono costate il bando da YouTube e Instagram…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.