Dopo 18 mesi di corsa le valutazioni sono tirate, anche se ancora giustificate dai fondamentali. La Fed sta leggendo bene il ritorno alla normalità, ma nella politica americana si annidano rischi di derive pericolose
Wall Street non si stanca di infilare record, ma forse per il Toro che corre da 18 mesi sta arrivando il momento di sedersi a tirare il fiato. Qualsiasi metrica si usi, le valutazioni sono decisamente tirate, anche se ancora giustificate da utili che nella stagione delle trimestrali appena chiusa continuano a battere prepotentemente le attese, ma i fatturati un po’ meno. Tutti gli indicatori contrarian segnalano uno sbilanciamento sul lato ‘bullish’ mentre se si va a vedere dentro gli indici i nuovi minimi dell’anno se la battono con i nuovi massimi, anche se alcuni titoli pesano da soli come mezzo listino. Può anche darsi che il classico rally di fine anno non smentisca la tradizione, ma forse è meglio non fidarsi troppo e concentrarsi su come sarà la nuova normalità, dopo la botta della pandemia e la risposta poderosa dell’economia, sostenuta da stimoli fiscali e monetari mai visti prima.
UN SENTIERO STRETTO
Non ci sono bolle pronte a esplodere come venti e passa anni fa e nemmeno crisi sistemiche in agguato come nel 2007-2008. Ma per la Fed e Washington il sentiero è stretto e sbagliare è facile quanto pericoloso. Non bisogna interrompere le cure prima che il malato non sia saldamente in piedi, ma non bisogna neanche portarlo alla dipendenza da antibiotici e vitamine. Jay Powell, sempre che resti alla guida della Banca Centrale, sembra aver indovinato il mix giusto per un sano ritorno alla normalità, rientro graduale e flessibile dello stimolo con l’avvio della riduzione degli acquisti e primo assaggio di rialzo dei tassi, se non ci sono controindicazioni, nella seconda metà del 2022. La politica racconta una storia decisamente diversa…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.