Secondo il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management il debito dei mercati emergenti in valuta locale, il prossimo anno, potrebbe essere destinato a performance positivamente rispetto ad altri settori del reddito fisso
In questo momento il primo pensiero degli investitori obbligazionari è l’inflazione. Tuttavia se si pensa ai fondamentali del debito emergente, si deve anche tener conto della traiettoria di crescita relativa rispetto ai Mercati Sviluppati e degli effetti generati dalle valute emergenti. Mentre le Banche Centrali dei Mercati Sviluppati continuano ad attuare manovre restrittive, molte di quelle dei Mercati Emergenti stanno per portare a termine il ciclo dei rialzi.
LE BANCHE CENTRALI DEI PAESI EMERGENTI
Finora, dall’inizio del 2021 le Banche Centrali dei Paesi Emergenti hanno complessivamente innalzato i tassi d’interesse di 9770 punti base (pb) in 18 Paesi. Questo ha consentito loro di controllare meglio le rispettive economie e di difendere la crescita con maggior vigore rispetto al passato. Il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management ritiene che nel 2023 si verificherà una ripresa più rapida della crescita nei Mercati Emergenti che non nei Mercati Sviluppati, una dinamica che dovrebbe portare il differenziale di crescita medio del 2022 da1 punto percentuale a 3,4 pp. Inoltre per chi investe nei mercati emergenti va considerata la forza del dollaro statunitense che si è mosso al rialzo per gran parte dell’anno. Anche se il rallentamento recente dell’inflazione USA potrebbe comportare un futuro indebolimento del dollaro, questo giocherebbe a favore del debito emergente in valuta locale…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.