Secondo la casa d’investimento il biglietto verde rimane sopravvalutato rispetto alla maggior parte delle altre valute del G10. Nonostante il forte ribasso degli ultimi mesi le posizioni corte restano valide
Negli ultimi decenni il dollaro statunitense ha svolto il ruolo di bene rifugio, ovvero si apprezzava sia quando le cose andavano bene sia quando andavano male. Ma da inizio anno sembra non offrire più un’affidabile protezione dai ribassi. A minare le fondamenta della solidità del biglietto verde concorrono sia le tensioni commerciali globali e sia l’incertezza sulle politiche statunitensi. “In occasione del nostro Summit trimestrale sugli investimenti obbligazionari di giugno, si è ravvisata l’opportunità nell’esposizione su valute estere (FX), finanziata con posizioni corte sul dollaro statunitense, come una delle principali idee d’investimento per i prossimi tre-sei mesi”, rivela il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di JP Morgan Asset Management nel Bond Bulletin Settimanale.
POSSIBILE ULTERIORE INDEBOLIMENTO DEL DOLLARO
In questo scenario non si esclude un possibile ulteriore indebolimento del biglietto verde nella seconda parte dell’anno. Secondo JP Morgan si potrebbe pertanto considerare un posizionamento complessivamente corto (ribassista) sul dollaro statunitense rispetto all’euro e un paniere diversificato di valute dei Mercati Emergenti. Un’idea di portafoglio supportata dalla possibile fine dell’eccezionalismo degli Stati Uniti che ha sostenuto i flussi di acquisto di valuta e asset statunitensi…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.