George Curtis (Vontobel) riconosce che gli interventi della Fed cominciano a produrre risultati ma suggerisce di evitare qualsiasi ‘esuberanza irrazionale’ dopo un solo dato sull’inflazione
C’era molta attesa mercoledi per i dati sull’inflazione statunitense. I risultati, inferiori alle aspettative per la prima volta quest’anno, si sono rivelati piuttosto favorevoli per i mercati. “A luglio l’indice dei prezzi al consumo (CPI) si è attestato all’8,5% su base annua, in calo rispetto al 9,1% di giugno, mentre il dato mensile è risultato leggermente negativo (-0,02%) e ha rappresentato la più ampia perdita rispetto al consenso in più di cinque anni, dal momento che gli economisti stimavano uno 0,2%” fa sapere George Curtis, Portfolio Manager di Vontobel.
ATTENUATE LE PRESSIONI SUI PREZZI NELL’IPC CORE
Il manager ammette che si sarebbe aspettato qualcosa di meglio alla luce del calo delle materie prime registrato nel corso del mese di luglio, tuttavia è incoraggiato nel vedere che le pressioni sui prezzi si sono attenuate nell’IPC core, che esclude le componenti più volatili del carovita come energia e prodotti alimentari. “La corsa di alcune voci era inevitabilmente destinata a rallentare, come le tariffe aeree (in particolare con l’avvicinarsi della fine dell’estate) e le auto usate. In parallelo, però, ha una certa rilevanza un certo ammorbidimento nell’ambito dell’edilizia abitativa, dove gli affitti equivalenti ai proprietari hanno registrato una crescita mensile dello 0,6% rispetto allo 0,7% del mese precedente”, riferisce Curtis…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.