È probabile che la distinzione tra growth e value diventi meno netta e ceda il posto a una maggiore attenzione alle opportunità di generare alfa, oltre che a una maggiore diversificazione settoriale e geografica
Nel corso degli ultimi 15 anni, gli investitori hanno privilegiato in prevalenza lo stile growth, che ha sovraperformato in modo netto fino al 2020. Tuttavia, in un mondo in cui i cambiamenti di leadership tra stili potrebbero essere più frequenti e i megatrend secolari a lungo termine potrebbero apparire sempre di più trasversali tra differenti stili e regioni, sembra più opportuno possedere una gamma ben assortita di titoli growth e value nei portafogli strategici.
UN APPROCCIO VALIDO
Un approccio valido anche assumendo che, nel corso del prossimo anno, i rischi per il contesto macroeconomico sembrano orientati a favore di una continua sovraperformance del value. “Il tasso di inflazione, benché in diminuzione, probabilmente rimarrà al di sopra degli obiettivi delle banche centrali fino alla fine del 2024. Al contempo, di fronte all’inflazione elevata, è improbabile che le banche centrali si affrettino a ridurre i tassi già quest’anno. E sebbene la crescita economica abbia rallentato, il che normalmente dovrebbe favorire i titoli Growth, è stata comunque migliore del previsto”, fa sapere Simona Gambarini, Senior Market Strategist, Strategic Advisory Solutions di Goldman Sachs Asset Management…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.