Uday Patnaik (Legal & General Investment Management) non esclude ostacoli lungo la strada di ripresa del debito emergente ma ritiene possibile che quest’anno siano presenti prospettive migliori
Tra i segmenti del mercato obbligazionario più penalizzati nel 2022 figura quello del settore creditizio dei mercati emergenti (EM) che ha ceduto il 15% del suo valore. Tra ottobre e dicembre ha registrato un rally che, sebbene abbia ridotto i rendimenti potenziali, porta a ritenere che il settore possa ottenere ancora dei risultati positivi nel 2023. Questa previsione, formulata da Uday Patnaik, Head of Emerging Markets Debt di Legal & General Investment Management (LGIM), si basa su assunzioni sostenute dai dati più recenti che possono essere riassunte in quattro fattori di supporto all’asset class.
IL PRIMO DRIVER È L’INFLAZIONE
“Il primo driver da prendere in considerazione è l’inflazione. La corsa dei prezzi al consumo si sta riducendo e questo fa ritenere che il ciclo di rialzo dei tassi dei principali paesi sviluppati sia prossimo alla sua conclusione. Una buona notizia per i mercati emergenti dal momento che il crollo dei prezzi dei Treasury statunitensi (causato dal brusco rialzo dei rendimenti) è responsabile di circa l’11,4% della performance negativa di questa asset class nel 2022. Riteniamo molto improbabile che un crollo simile possa ripetersi nel 2023”, spiega Patnaik…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.