Per Pictet AM in un periodo particolarmente complesso come quello attuale, la componente di selezione ESG si deve accompagnare ad un ulteriore filtro “attivo” di valutazione degli asset di rischio
Tra i molteplici impatti causati dalla pandemia si segnala anche quello sulla sensibilità agli aspetti ESG da parte degli investitori istituzionali italiani. “Secondo la terza indagine “Esg ed Sri, le politiche di investimento sostenibile degli investitori istituzionali italiani’, il 91% dei gestori ha dichiarato di voler investire maggiormente in quest’ambito attraverso i fondi d’investimento alternativi, il 34% con fondi d’investimento tradizionali , il 20% tramite Fia immobiliari e un altro 20% per mezzo di Etf” fanno sapere Marco Ghilotti, Senior Manager Institutional Clients e Gabriele Susinno, Senior Client Portfolio Manager QUEST Global Equities, Pictet Asset Management.
IL RISCHIO DI CONCENTRAZIONE DEL PORTAFOGLIO
Al momento non sono disponibili i dati sulla ripartizione tra approccio attivo e passivo, in particolare per quanto riguarda la componente azionaria dei portafogli istituzionali. Secondo i due esperti tuttavia si può ragionevolmente stimare che l’approccio passivo abbia superato quello attivo e sia in continua crescita. Un aspetto che alimenta il rischio di concentrazione dal momento che si riduce la differenza tra la composizione del portafoglio del fondo e i benchmark di mercato. “Rialzo dei tassi, inflazione ai massimi storici degli ultimi quaranta anni e inversione della correlazione tra obbligazioni e azioni stanno mettendo a dura prova i paradigmi di investimento consolidati nei primi decenni del terzo millennio” spiegano i due manager di Pictet AM…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.