Daleep Singh (PGIM Fixed Income) indica il settore dei servizi quale principale beneficiario della riapertura dell’economia ma nel medio lungo termine vede parecchi ostacoli ciclici e strutturali per la seconda economia mondiale
Anche Pechino, in ritardo rispetto al resto del mondo, ha abbandonato le sue drastiche restrizioni per la pandemia da Covid-19. Una decisione presa prima di quanto previsto e, soprattutto, adottata nel bel mezzo di un’epidemia stagionale della variante omicron. Sembra inoltre rafforzarsi l’idea che le autorità cinesi abbiano poca voglia di tornare alle politiche del passato e di applicare nuovamente delle restrizioni severe.
UN CAMBIAMENTO STRUTTURALE RISPETTO ALLA POLITICA ZERO-COVID
“Un cambiamento strutturale rispetto alla politica zero-Covid che, tuttavia, difficilmente vedrà beneficiare l’economia del Paese come accaduto nelle riaperture nel resto del mondo” fa sapere Daleep Singh, Chief Global Economist di PGIM Fixed Income. Innanzitutto, sottolinea il manager, il settore industriale del Paese non ha mai interrotto completamente la produzione e pertanto la riapertura propizierà solo un limitato rimbalzo per i settori industriale e manifatturiero. In secondo luogo, a differenza della maggior parte delle economie occidentali, le famiglie cinesi non hanno ricevuto ingenti trasferimenti di denaro dallo stato e quindi non dispongono di un elevato eccesso di risparmio da spendere…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.