Pictet Asset Management analizza i 5 fattori che indicano nel 2021 una crescita maggiore rispetto ai mercati sviluppati, che sarà trainata dall’Asia, a partire dal dollaro debole e dai bassi tassi americani
La crescita del PIL reale dei mercati emergenti, dopo una contrazione nel 2020 molto inferiore rispetto a quella dei mercati sviluppati, è destinata a una decisa risalita nel 2021, con un conseguente maggiore divario positivo, con una crescita trainata dall’Asia, Giappone escluso, seguita dalla regione EMEA e dall’America Latina. Lo scrive nel Monitor dei Mercati Emergenti Patrick Zweifel, Chief Economist di Pictet Asset Management, secondo cui nell’area i principali indicatori dell’attività sono già tornati sopra i livelli pre-Covid, a parte i servizi, che però rivestono un ruolo meno importante rispetto a quello che hanno nei Paesi sviluppati.
LA SPINTA DEL DOLLARO DEBOLE
A spingere l’esperto di Pictet a credere che sia il momento giusto per i mercati emergenti sono cinque motivi, in testa ai quali spicca il dollaro debole e i rendimenti statunitensi bassi. Le valute emergenti si trovano ai minimi storici rispetto a quella americana, e lo scenario base di Pictet prevede che l’indebolimento del dollaro agevolerà i mercati emergenti, soprattutto con debiti denominati nella valuta Usa. L’indebolimento del dollaro è un’opinione di consenso, che potrebbe deragliare in due possibili scenari: un contesto globale che peggiora molto e Stati Uniti che performano meglio del resto del mondo. Pictet giudica poco probabile la prima ipotesi, mentre giudica la seconda una possibilità che ha indotto a ritoccare al rialzo le stime di crescita del PIL Usa al 5,5% per il 2021, che resta però ancora sotto la stima del 6% per la crescita globale…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.