Kenneth Haman, Managing Director dell’AB Advisor Institute, spiega in un blog come gestire la sindrome dell’avversione alle perdite di molti clienti, preparandoli per tempo agli eventi negativi causati dalla volatiità
Le nonne avevano sempre qualche saggio consiglio tra cui quello secondo cui è “meglio prevenire che curare”. Kenneth Haman, Managing Director dell’Advisor Institute di AllianceBernstein, rivela in un blog che studiando la finanza comportamentale ha scoperto che quando si lavora con clienti in difficoltà vale esattamente lo stesso principio. Per spiegarne il motivo l’esperto parte dallo studio di Daniel Kahneman sull’avversione alle perdite, che scoprì che l’effetto psicologico delle perdite è due volte e mezzo più forte di quello dei guadagni, contribuendo così a spiegare perché si prendono sistematicamente decisioni irrazionali.
MODELLI BASATI SULLE SCORCIATOIE MENTALI
Haman spiega che questo portò all’abbandono dei semplici modelli matematici che avevano prevalso agli albori delle ricerche e all’adozione di un modello più complicato grazie alle numerose scoperte di scorciatoie mentali innate, definite da Kahneman “euristiche”, che regolano i meccanismi decisionali. Il fenomeno è divenuto con il tempo ben noto tra i consulenti finanziari, che invece di dare per scontato che i clienti sappiano affrontare in maniera creativa la volatilità degli investimenti, almeno i più saggi sono diventati sensibili alle reazioni emotive ai cali generalizzati dei mercati…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.