Lo scandalo Qatargate è una delle accuse più pesanti a colpire le istituzioni europee, tanto da far interrogare l’Unione sulle proprie regolamentazioni interne
“Guardate alla libertà come la vera fortuna, al coraggio come alla sola libertà, e non datevi pensiero dei pericoli”.
C’era una tradizione nell’Atene antica: commemorare i caduti a difesa della patria. Ogni anno si sceglieva un uomo politico di spicco per tenere un discorso che bloccava tutta la città-stato, e nell’inverno del 430 a.C., agli inizi della Guerra del Peloponneso, il compitò spettò a Pericle. Il virgolettato che hai appena letto è suo.
Uomini d’altri tempi, diremmo noi; figure che forse non avrebbero avuto niente a che vedere con scandali come quello del Qatargate. Accuse di corruzione che fanno tremare i palazzi di Bruxelles e che interrogano le più alte cariche europee sulla libertà di certe figure e sul modo in cui viene esercitata all’interno della democrazia.
TRASPARENZA
Al centro della bufera troviamo Eva Kaili, ormai ex eurodeputata e vicepresidente del Parlamento Europeo, interrogata e arrestata perché avrebbe ricevuto soldi dal Qatar in cambio di un suo ruolo in difesa della monarchia del Golfo Persico in vista dei mondiali di calcio. E sappiamo che di cose da difendere ne aveva…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.