Wellington Management, in un contributo di John Butler e Eoin O’Callaghan, prevede crescita ma con più inflazione, a fronte del protezionismo USA. Possibili cambi di direzione monetaria
Il crescente protezionismo USA accelera la deglobalizzazione, peggiora il trade-off tra inflazione e crescita, aumenta i premi al rischio e i rendimenti globali, e nel tempo l’agenda “America First” di Trump dovrebbe determinare una riallocazione dei flussi di capitale, allontanandoli dagli USA. La risposta a questi sviluppi contribuisce ad accrescere le pressioni inflazionistiche strutturali. Se l’incertezza sul fronte commerciale dovesse ridursi, potremmo assistere a una marcata ri-accelerazione dell’inflazione globale, che nel breve favorirebbe la crescita nominale, ma potrebbe cogliere le banche centrali in fallo, con politiche troppo espansive, consolidando un’inflazione più elevata e aumentando la probabilità di un ciclo di espansione-recessione.
VERSO INFLAZIONE PIÙ ALTA E CICLI PIÙ BREVI
Wellington Management, in un commento di John Butler e Eoin O’Callaghan, aggiunge che se l’incertezza attuale innescasse un aumento sostenuto della propensione al risparmio dei consumatori potremmo andare incontro a una recessione globale e a una crescente attenzione alla sostenibilità del debito sovrano. Negli ultimi anni, la ricerca del team di Wellington si è basata su due temi chiave: l’economia globale sta diventando meno integrata, e i responsabili politici sembrano sempre meno disposti a sopportare il costo di riportare in modo sostenibile l’inflazione verso l’obiettivo. L’interazione di questi trend sta ridefinendo lo scenario, portando a un’inflazione più alta e volatile, a cicli più brevi e meno stabili, e a premi al rischio e rendimenti strutturalmente maggiori…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.