L’Istat rivede al ribasso le stime, ma le associazioni dei consumatori lanciano l’allarme: una famiglia spende 202 euro in più per bere e mangiare. Bolzano, Napoli e Venezia le città più care
L’Istat ha rivisto leggermente al ribasso i dati sull’inflazione di maggio rispetto alla stima preliminare. Ma nel dettaglio i prezzi dei beni alimentari continuano a crescere. L’aumento certificato dell’inflazione è ora dell’1,6% su base annua, rispetto alla precedente stima del +1,7% e quindi con un calo più evidente rispetto al +1,9% di aprile. La diminuzione su base mensile è dello 0,1%. L’ulteriore calo si deve soprattutto ai beni energetici, agli alimentari non lavorati e ai prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona. Ma non è dovuto al cosiddetto “carrello della spesa”, che include solo beni alimentari e prodotti per la cura della casa e della persona. In questo ambito i prezzi sono passati dal +2,6% di aprile a +2,7% di maggio.
AUMENTO MEDIO DI 202 EURO PER LE FAMIGLIE
Di fronte a questo incremento le organizzazioni dei consumatori mettono gli italiani in guardia. L’Unione nazionale consumatori parla di “illusione ottica” riferendosi ai nuovi dati Istat sul calo dell’inflazione. “Il fatto che quella annua sia scesa rispetto ad aprile da 1,9% a 1,6%, e che quella mensile sia addirittura calata dello 0,1%, non deve trarci in inganno – spiega il presidente Massimiliano Dona – Non solo non c’è alcun vantaggio per i consumatori, ma la loro condizione peggiora rispetto al mese precedente”. Secondo i calcoli, una coppia con due figli spende 292 euro in più solo per i prodotti alimentari, 309 euro per la spesa in generale. Le coppie con un figlio hanno un esborso superiore di 259 euro solo per cibo e bevande, e di 276 per l’intero carrello della spesa. In media una famiglia spende 202 euro…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.