David Rees, Senior Emerging Markets Economist di Schroders, esamina i Paesi che dopo il congelamento delle riserve russe potrebbero diversificare dal dollaro. Cina possibile sfidante, ma servirebbero decenni
Il mese scorso il governo russo ha saltato il pagamento di un Eurobond perché le sanzioni non consentivano di onorare il debito. La Russia è riuscita a evitare il default pagando entro il periodo di grazia e usando parte delle ormai limitate riserve. Prima ne aveva per dieci volte il debito estero, ma le sanzioni le hanno rese inutili. Altri potrebbero essere preoccupati di dover subire in futuro un destino simile, e il peso del dollaro nelle riserve globali che si è notevolmente ridotto negli ultimi 20 anni. Il congelamento degli asset della banca centrale russa da parte USA accelererà il trend e segnerà la fine del dominio del dollaro come valuta di riserva globale? E con quali implicazioni a lungo termine per i mercati finanziari globali?
TREASURY CONCENTRATI IN FORZIERI ALLEATI
Parte da questi interrogativi David Rees, Senior Emerging Markets Economist di Schroders, per analizzare quali Paesi potrebbero voler abbandonare gli asset in dollari, iniziando da quelli che difficilmente lo faranno a seguito degli eventi recenti. Oltre che in dollari, sono state congelate anche le riserve russe denominate in euro, yen, sterline, dollari canadesi e franchi svizzeri. Questi Paesi, insieme ad altri alleati come l’Australia, rappresentano circa la metà di tutte le disponibilità estere di titoli del Tesoro USA, per un valore totale di circa 3.500 miliardi di dollari...
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.