Keith Wade, Chief Economist and Strategist di Schroders, illustra i tre scenari più critici per l’aumento dei prezzi, ma giunge alla conclusione che i tassi rimarranno bassi ancora per un lungo periodo
Le attuali valutazioni di mercato si basano sulla tesi che i tassi di interesse resteranno bassi o vicini allo zero per un tempo indefinito. Un concetto che, a sua volta, parte dall’ipotesi che l’inflazione aumenterà lentamente per raggiungere il 2% solo verso la fine del 2023. “Tuttavia, se si registrasse un’accelerazione dei prezzi al consumo, bisognerebbe rivedere le politiche sui tassi per i prossimi tre anni. Le banche centrali ridurrebbero la liquidità, i rendimenti delle obbligazioni inizierebbero a incorporare tassi più alti mentre gli investitori sarebbero costretti a riconsiderare le valutazioni azionarie: un contesto che creerebbe volatilità finanziaria e ribassi, sia per le azioni che per i bond”, tiene a specificare Keith Wade, Chief Economist and Strategist, Schroders.
L’INFLAZIONE È SOTTOSTIMATA
L’esperto, a questo proposito, ha individuato tre principali aspetti che potrebbero portare a un aumento dell’inflazione. “Il primo riguarda il modo in cui l’inflazione viene misurata. I ‘pesi’ utilizzati negli indici che determinano il carovita (CPI), sono basati sulle abitudini di spesa in tempi normali e pertanto non sono allineati alla realtà economica creata dal Covid-19. Si pensi , ad esempio, ai consumatori che hanno ridotto viaggi, trasferte e uscite, mentre hanno aumentato le spese in alimenti consumati a casa”, sottolinea Wade. Secondo le stime dell’FMI e i calcoli di Schroders, l’errore di misurazione negli USA vale circa lo 0,3-0,4% ma dovrebbe rientrare a mano a mano che le abitudini di spesa torneranno alla normalità nel 2021…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.
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