George Brown, Senior US Economist, spiega che la crescita sarà più debole ma l’inflazione stabile al 3,1%. L’allentamento monetario dovrebbe arrivare solo con il successore di Powell
Crescita USA 2025 rivista al ribasso all’1,7%, in gran parte per l’accumulo di scorte nel primo trimestre, prima di tornare al 2,4% nel 2026, inflazione attesa al 3,1% sia quest’anno che il prossimo, in conseguenza dei dazi imposti di Trump, e previsione che la Fed manterrà invariati i tassi quest’anno, ma con graduale tagli il prossimo, sotto la guida di un nuovo presidente. Sono le indicazioni di un commento sulle previsioni per la politica monetaria della Banca Centrale americana nel 2025, a cura di George Brown, Senior US Economist di Schroders, che parte dalla contrazione del Pil USA dello 0,3% nel primo trimestre, in gran parte per le minacce di dazi che hanno spinto le aziende ad anticipare le importazioni e ad accumulare scorte, ma anche ai tagli alla spesa della nuova amministrazione.
ECONOMIA USA RIMASTA COMUNQUE SOLIDA
Oltre ai tassi della Fed, l’esperto di Schroders sottolinea che l’economia USA è rimasta comunque solida all’inizio dell’anno, con vendite finali private sul mercato interno aumentate del 3% nel primo trimestre, sopra la media del 2,6% nei tre anni precedenti. Il dato è precedente all’annuncio dei dazi ad inizio aprile, ma l’ipotesi di lunga di Schroders secondo cui le minacce sono una tattica negoziale sembra trovare conferma, con l’amministrazione che ha annunciato una serie di sospensioni, che secondo la grande casa diventeranno permanenti, lasciando l’aliquota effettiva intorno al 12%. Un livello sia superiore al 3% previsto alla fine del mandato di Biden, ma ben al di sotto il 32% che si sarebbe raggiunto se i dazi fossero stati applicati integralmente…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.