Non mancano gli avvertimenti sulla sostenibilità della corsa dei Big Tech e qualche frenata, anche brusca, può starci. Ma la fiducia votata al capo di Tesla guarda a un nuovo orizzonte
Cosa hanno in comune le due news finanziarie globali che hanno fatto titolo la settimana passata? Mille miliardi di dollari, vale a dire la capitalizzazione bruciata cumulativamente dai Magnifici 7 a Wall Street, ma anche l’ammontare senza precedenti del pacchetto retributivo di Elon Musk approvato dagli azionisti di Tesla. La prima notizia è stata condita con nuovi allarmi sulla bolla dell’Intelligenza Artificiale che potrebbe prepararsi a esplodere replicando quella della dot.com di un quarto di secolo fa o dei mutui subprime, che nel 2008 portò alla crisi finanziaria globale e al crac di Lehman. Magari è l’ennesimo abbaglio delle Cassandre che quest’anno non ne hanno azzeccata una, e scambiano una contenuta correzione, tutto sommato anche salutare, per i primi scricchiolii di un devastante terremoto in arrivo.
SCOMMESSA SUL VALORE DI MUSK
I mille miliardi di Musk sono stati commentati invece soprattutto con molti punti interrogativi. Tutto sommato non sono molti di meno dei 1.350 miliardi che oggi capitalizza Tesla, il cui titolo continua, comunque, a viaggiare in vista dei 400 dollari mentre 5 anni fa ne valeva a malapena una cinquantina. Nello stesso arco di tempo Nvidia ha fatto ancora meglio, ma il suo CEO Jensen Huang porta a casa solo una cinquantina di milioni l’anno e nessuno si sogna, a cominciare da lui stesso, di moltiplicarli per ventimila, anche se in azioni e spalmati su 10 anni, come nel caso di Musk, assumendo inoltre che Tesla raggiunga gli 8.500 miliardi di dollari di capitalizzazione, ben oltre sei volte quella attuale…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.