L’aumento di 50 euro del prezzo di listino non riguarderà gli Stati Uniti che beneficiano del supporto del super dollaro. Microsoft e Nintendo lasciano i costi invariati
Non passa ormai giorno senza che si legga di vecchie e nuove emergenze sanitarie, carenza dei semiconduttori, filiere produttive in crisi, esplosione dei prezzi dell’energia e generi alimentari sempre più cari. In un intrico che ormai rende impossibile distinguere tra cause ed effetti, la guerra in Ucraina non accenna a smettere, crescono le tensioni tra Cina e Taiwan e aumentano i tassi di interesse, che a loro volta fanno lievitare il costo del credito. Col risultato che l’inflazione sta salendo a livelli di guardia.
PS5 PIÙ CARA
Con un Macron che dichiara che “è finita l’era dell’abbondanza, che si tratti di denaro, prodotti tecnologici, materie prime o acqua”, e il fondatore di Huawei, Ren Zhengfei, che afferma che nei prossimi anni l’imperativo sarà sopravvivere (“il prossimo decennio sarà un periodo storico molto doloroso, poiché l’economia globale continuerà a declinare”), quasi fa specie vedere i gamer salire sulle barricate quando Sony, qualche giorno fa, ha annunciato rincari per la PlayStation 5 per un valore di 50 euro. L’edizione standard, quella col lettore Blu-ray, costerà infatti 549,99 euro invece di 499,99 euro; quella Digital, invece, salirà a 449,99 euro anziché 399,99 euro. Delle tante possibili cause elencate in apertura, quella più accreditata è l’inflazione, tant’è che l’aumento riguarderà quei paesi nei quali vigono valute deboli, che non riscuotono la fiducia dei mercati. Negli USA, ad esempio, grazie alla forza del dollaro il prezzo della PlayStation 5 resterà immutato, mentre aumenterà in Europa (non a caso sui mercati crescono gli short sull’euro), UK, Giappone, Cina, Australia Messico e Canada…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.