Le pressioni inflazionistiche persistono ma non è stagflazione, e la grande casa resta ‘pro rischio’, spiegando che non sono i prezzi energetici ma la forza della ripartenza economica a spingere l’inflazione al rialzo
I prezzi globali continuano a puntare al rialzo e le attese pressioni inflazionistiche si mostrano persistenti, ma non è stagflazione, e questo consiglia di mantenere un posizionamento pro-rischio. È piuttosto la confusione che regna sul tema del rialzo dei prezzi ad essere un fattore di rischio. Il quadro del mercato continua ad essere caratterizzato dal rally delle azioni globali, mentre la stagione delle trimestrali americane è partita con risultati forti, anche se bisogna monitorare le pressioni sui prezzi. Ora l’attenzione degli investitori si concentra sugli indici globali dei Purchasing Manager per capire meglio la portata sia dei colli di bottiglia nel settore manifatturiero sia della forza della ripartenza economica.
LO SHOCK SUL LATO DELL’OFFERTA
Sono i punti chiave del commento settimanale di BlackRock dal titolo: “Stagflazione da anni 70? E’ vero il contrario”. E’ vero che i prezzi delle commodity globali sono saliti molto e che l’inflazione USA ha toccato I massimi di 13 anni, e anche che per la prima volta dagli anni 70 la causa principale è uno shock sul lato dell’offerta. Ma il paragone finisce qui. Non c’è nessun rischio di una stagflazione stile anni 70, secondo BlackRock, perché l’attività economica è in piena ripresa e ha spazio davanti per correre. Per questo la grande casa rimane tatticamente pro-rischio anche se vede un sentiero di rialzo più stretto per gli asset a rischio, anche perché i policymaker potrebbero sbagliare la ‘lettura’ del rialzo dei prezzi…
Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge.com.